Interpreti Pierre-Yves Diacon, Valentina Moar, Claudia Rossi Valli danzatori Fabio Pusterla poeta Beat Weyeneth musicista suono delle pietre Mauro Casappa curatore suoni elettronici Christoph Siegenthaler disegno luce Lo spettacolo-performance agisce in un letto di un fiume, con sassi che ricreano l’atmosfera di un luogo idilliaco, meditativo e portatore di bellezza e di pensiero. Questo particolare dialogo creativo tra le arti invita ad aprire spazi e tempi dove le gesta dei danzatori, la poesia, i suoni di pietra e quelli modulati elettronicamente diventano movimenti imprevedibili, accenni di viaggio, memoria che il corpo prova a cantare. Insieme, uniti nella creazione di incantesimi e atmosfere sospese: leggere e dolci, talvolta arricchite da una liturgia solenne e da una profonda nostalgia per la vita. L’abbandono al suolo rimanda al pulsare delle emozioni, per riscoprire il valore della fragilità come forza motrice di nuove posture, alla ricerca di punti stabili su cui sostare in apparente tranquillità come sospesi… forse per fare vivere i pensieri. È una danza di passi sensibili, leggeri, in cui piedi, mani e altre parti del corpo ricercano carezze, abbracci tra le ruvidità dei sassi, una celebrazione dell’uomo alla terra, alla gravità, al peso e allo spazio. Un gioco solenne, un rito; forse per incontrare il motivo di una danza. Disegno sonoro Beat Weyeneth apre lo spazio con dei suoni provenienti dai suoi particolari litofoni: piastre di pietra, intonate, disposte a tastiera e da lui stesso costruite con il cosiddetto “sasso serpentino”. Lo affianca Mauro Casappa che accosta modulazioni elettroniche a suoni prodotti con sassi grezzi, colti sul greto del fiume. Suoni di falegnameria, di una falce che taglia l’erba, rumori di fabbrica e la voce del poeta Fabio Pusterla, frammentata, ritmata, un’eco lontana che a tratti ritorna, in sovrapposizione e in contrappunto alla lettura.
2018 17.05 Lugano-Svizzera Palco sala Teatro LAC 4.5 Dornach-Basilea -Svizzera Neuestheater 2017 13,14,15 gennaio Chiasso-Svizzera Spazio Officina
Azione 17 gennaio 2017 “Un`alternanza e un amalgama quasi perfetti che confermano come la ricerca di Tiziana Arnaboldi sappia coniugare con esiti spesso inediti le potenzialità creative delle diverse arti a cui fa capo, la tensione durante i 60 minuti non cala mai” Antonio Mariotti Azione 23 gennaio 2017 “Il suono delle pietre e il Motivo di una danza, diventate una sola performance coreografica e il segno della maturità artistica di Tiziana Arnaboldi che per l`occasione raggiunge vette di grande intensità, un flusso di empatia che irrora i due emisferi cerebrali con un dialogo armonioso tra sensualità e concretezza.” Giorgio Thoeni
copyright by Tiziana Arnaboldi
“Dialogo creativo tra le arti” Il motivo di una danza «Vivere é passare da uno spazio all’altro cercando di non farsi troppo male» Georges Perec Coreografia e regia Tiziana Arnaboldi Coproduzione Teatro San Materno Ascona
AGENDA
website made by Edoardo Oppliger
copyright by Tiziana Arnaboldi
“Dialogo creativo tra le arti” Il motivo di una danza Coreografia e regia Tiziana Arnaboldi Coproduzione Teatro San Materno Ascona
2017 13,14,15 gennaio Chiasso Spazio Officina
AGENDA
Interpreti Pierre-Yves Diacon, Valentina Moar, Claudia Rossi Valli danzatori Fabio Pusterla poeta Beat Weyeneth musicista suono delle pietre Mauro Casappa curatore suoni elettronici Christoph Siegenthaler disegno luce Lo spettacolo-performance agisce in un letto di un fiume, con sassi che ricreano l’atmosfera di un luogo idilliaco, meditativo e portatore di bellezza e di pensiero. Questo particolare dialogo creativo tra le arti invita ad aprire spazi e tempi dove le gesta dei danzatori, la poesia, i suoni di pietra e quelli modulati elettronicamente diventano movimenti imprevedibili, accenni di viaggio, memoria che il corpo prova a cantare. Insieme, uniti nella creazione di incantesimi e atmosfere sospese: leggere e dolci, talvolta arricchite da una liturgia solenne e da una profonda nostalgia per la vita. L’abbandono al suolo rimanda al pulsare delle emozioni, per riscoprire il valore della fragilità come forza motrice di nuove posture, alla ricerca di punti stabili su cui sostare in apparente tranquillità come sospesi… forse per fare vivere i pensieri. È una danza di passi sensibili, leggeri, in cui piedi, mani e altre parti del corpo ricercano carezze, abbracci tra le ruvidità dei sassi, una celebrazione dell’uomo alla terra, alla gravità, al peso e allo spazio. Un gioco solenne, un rito; forse per incontrare il motivo di una danza. Disegno sonoro Beat Weyeneth apre lo spazio con dei suoni provenienti dai suoi particolari litofoni: piastre di pietra, intonate, disposte a tastiera e da lui stesso costruite con il cosiddetto “sasso serpentino”. Lo affianca Mauro Casappa che accosta modulazioni elettroniche a suoni prodotti con sassi grezzi, colti sul greto del fiume. Suoni di falegnameria, di una falce che taglia l’erba, rumori di fabbrica e la voce del poeta Fabio Pusterla, frammentata, ritmata, un’eco lontana che a tratti ritorna, in sovrapposizione e in contrappunto alla lettura.
Azione 17 gennaio 2017 “Un`alternanza e un amalgama quasi perfetti che confermano come la ricerca di Tiziana Arnaboldi sappia coniugare con esiti spesso inediti le potenzialità creative delle diverse arti a cui fa capo, la tensione durante i 60 minuti non cala mai” Antonio Mariotti Azione 23 gennaio 2017 “Il suono delle pietre e il Motivo di una danza, diventate una sola performance coreografica e il segno della maturità artistica di Tiziana Arnaboldi che per l`occasione raggiunge vette di grande intensità, un flusso di empatia che irrora i due emisferi cerebrali con un dialogo armonioso tra sensualità e concretezza.” Giorgio Thoeni
I EN